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Per approfondire l’evoluzione del mercato del welfare sanitario integrativo, Tuttowelfare.info ha incontrato Salvo Carbonaro, Presidente di Praesidium Spa

 

Sono tempi particolarmente complicati e preoccupanti per via degli impatti inaspettati e perduranti della pandemia da Covid 19 sulla tenuta della salute e del posto di lavoro. In tale contesto d’incertezza e di preoccupazione sta emergendo, però, un aspetto positivo e cioè la maggiore sensibilità da parte di tutti – manager compresi – per gli impatti negativi dei rischi, prima poco considerati qualora non prontamente mitigati da appropriate tutele e coperture assicurative. Ecco allora che, per le aziende, avere un piano welfare strutturato e puntuale può fare la differenza, segnando un cambio di passo rispetto all’atteggiamento del passato, in cui c’era maggiore disattenzione verso i rischi sanitari e poca sensibilità riguardo l’importanza reputazionale di essere annoverate come organizzazioni socialmente responsabili (queste ultime, infatti, sono quelle che investono risorse per il benessere dei propri dipendenti).

Praesidium Spa, broker assicurativo di riferimento del sistema di rappresentanza della dirigenza industriale Federmanager, può vantarsi di aver contribuito con la propria rete di Welfare Manager – formati e competenti in soluzioni di tutele sanitarie e professionali – a diffondere presso le aziende la cultura del welfare aziendale di origine contrattuale nell’esclusivo interesse della dirigenza industria.

L’approccio consulenziale di Praesidium e il know how, consapevolmente informato, offerto alle aziende, nella fase istruttoria ed esecutiva dell’intermediazione, rappresenta il drive di successo più apprezzato dal mercato e che ha influito positivamente sulla mentalità e sul comportamento dei manager nel riconsiderare i benefici delle tutele di welfare aziendale di origine contrattuale. Per approfondire l’evoluzione del mercato del welfare sanitario integrativo, Tuttowelfare.info ha incontrato Salvo Carbonaro, Presidente di Praesidium Spa.

 

 

Si può dire che i fondi Fasi e Assidai hanno contribuito a sviluppare il welfare sanitario integrativo in Italia?

Certamente sì, tant’è che occorre risalire agli Anni 70 per veder nascere su iniziativa sindacale il fondo sanitario Fasi che si trasforma successivamente in un fondo a gestione paritetica tra le due parti sociali Confindustria e Federmanager. Nasce sulla base di un principio di ‘solidarietà  intergenerazionale’ che rende il Fasi unico tra i fondi di sanità integrativa presenti nel nostro Paese e che esprime, nella mutualità, la non selezione del rischio all’ingresso, diversamente da quanto avviene frequentemente nel settore assicurativo. Per tale valore etico e sociale, il fondo oggi è considerato uno delle maggiori realtà per dimensione e valore delle prestazioni, divenendo punto di riferimento per tutto il settore di sanita aziendale integrativa. Successivamente anche il Fondo sanitario Assidai viene costituito da Federmanager con lo stesso principio di mutualità in favore di dirigenti, quadri, professional e affinity a cui si aderisce per libera scelta: oggi è punto di riferimento di oltre 1.500 aziende e conta una base di oltre 50mila nuclei familiari e oltre 120mila persone assistite; può essere integrativo del Fasi, di altri fondi o sostitutivo per coloro che non hanno alcuna assistenza sanitaria integrativa. Come detto, il successo di Assidai è dovuto in gran parte proprio a quei principi di solidarietà intergenerazionale che si riassumono nella possibile iscrizione per tutta la durata della vita degli iscritti, a un’ammissione al fondo senza limiti di età e a una non selezione del rischio. Va da sé che tali condizioni di adesione ai fondi su menzionati risultino incredibilmente vantaggiosi e, purtroppo, non sempre giustamente valorizzati o conosciuti da quei dirigenti che, diversamente assicurati, scoprono con sorpresa e rammarico, quando escono dal mondo del lavoro, di rimanere scoperti dalla tutela sanitaria integrativa proprio nel lungo periodo del pensionamento, notoriamente più fragile sul piano del benessere e della salute.

 

Qual è il contesto in cui opera Praesidium?

L’aspetto centrale della diversità che ci differenzia dai competitor è il contesto in cui ci muoviamo: l’offerta di vantaggio per il dirigente di un welfare sanitario di origine contrattuale che lo mette al riparo da accordi che, in quanto a scelte diverse, possano non tutelarlo pienamente. In tale contesto, le logiche assicurative del welfare, infatti, si legano allo status di dirigente d’azienda e questo genera un forte vantaggio e una tranquillità per chi potrebbe, improvvisamente, restare senza impiego e dunque privo di copertura; rischio identico per chi esce dal mondo del lavoro per entrare in quello pensionistico, momento sicuramente a più alto rischio per il benessere e la salute. Tale salvaguardia è insita nel principio di mutualità intergenerazionale ribadita nel contratto di lavoro che è la nostra bussola di riferimento e quindi del nostro impegno a diffondere la cultura del welfare contrattuale.

 

Ritornando alla storia di Praesidium, quali sono state le tappe più significative?

In premessa devo ammettere che l’esistenza di Praesidium è connessa a quella di Assidai e del welfare sanitario di origine contrattuale dedicato ai manager. Bisogna risalire al 2005 quando Federmanager, sistema di rappresentanza dei dirigenti industria, si è fatto interprete dell’esigenza di promuovere a livello territoriale e direttamente presso le aziende i vantaggi e i benefici per i dirigenti del welfare aziendale di origine contrattuale previsto nel Ccnl stipulato con Confindustria. A tal fine Federmanager ha costituito nel 2005, insieme con Assidai, Praesidium Spa con l’obiettivo iniziale di promuovere presso le aziende i piani sanitari integrativi del fondo stesso, testimoniando una lungimiranza unica e coraggiosa, ripagata con un successo quasi inaspettato nelle dimensioni in cui si è manifestato. Andando a ritroso nel passato mi sento di testimoniare che l’inizio dell’avventura è stata oltremodo sfidante se si pensa all’inadeguatezza iniziale del modello di business sia per la relativa conoscenza di un mercato assicurativo complesso e poco trasparente, sia per la ridotta dotazione di una rete di consulenti di welfare aziendale inizialmente messa in piedi con account multi-mandatari e quindi difficilmente gestibili e motivabili per obiettivi di crescita accettabili.

 

Nel 2020 avete compiuto 15 anni di storia: quali obiettivi avete raggiunto?

Posso affermare con soddisfazione, grazie al gioco di squadra di tutta la struttura societaria, che per i risultati ottenuti e per la crescita sostenuta registrata, abbiamo guadagnato il 22esimo posto nel ranking dei top 100 dei broker italiani che, com’è noto, sono oltre 2mila. È utile precisare altresì che la progressiva crescita registrata in 15 anni di attività può, in buona parte, attribuirsi anche all’appartenenza di Praesidium al sistema di rappresentanza Federmanager, ora unica azionista assieme ad Assidai, che ha contribuito a connotare il nostro approccio sul mercato come utile servizio di supporto territoriale e di qualificata consulenza di welfare sanitario alle aziende industriali nell’esclusivo interesse dei loro dirigenti. La crescita, inoltre, è dipesa principalmente da alcuni fattori di successo aziendali, quali il modello di business che Praesidium ha adottato; l’evoluzione organizzativa con il costante gioco di squadra aziendale; l’ampliamento graduale dell’offerta dei servizi e dei prodotti assicurativi e la forte spinta alla digitalizzazione dei processi operativi.

 

In che cosa vi differenziate rispetto ai competitor?

Come ribadito, sicuramente le peculiarità del contesto captive in cui ci moviamo, che mette il dirigente, iscritto a piani sanitari collettivi proposti dagli enti della propria associazione di categoria, tramite Praesidium, al riparo da qualsiasi sorpresa generata talvolta da approcci commerciali non proprio appropriati alle reali esigenze, con una relazione diretta dei nostri Welfare Manager geolocalizzati nelle zone di maggior intensità industriale con i rispettivi HR delle aziende.

 

Con la nuova governance, ora interamente Federmanager, che futuro prevede?

Il nuovo assetto societario ci ha spinto a riorientare l’approccio di Praesidium al mercato per cogliere appieno le opportunità legate al welfare aziendale all’interno dell’ecosistema Federmanager, dando valore aggiunto alle relazioni operative con le aziende industriali a noi vicine che hanno aderito alle nostre soluzioni assicurative di sistema. In tale nuova prospettiva ecco che, oltre all’impegno storico per la diffusione e distribuzione della proposta Assidai, ci si è presentato un nuovo incarico, da gennaio 2020, di sviluppare e distribuire sul mercato e per conto di IWS Spa – acronimo di Industria Welfare e Salute e nuovo provider sociosanitario – la Proposta Unica Fasi-Assidai. Mi preme sottolineare che IWS – partecipata da Confindustria, Federmanager e il fondo sanitario Fasi – nasce dalla lunga esperienza di quest’ultimo nel campo del welfare sanitario di origine contrattuale, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento all’interno del processo di trasformazione del sistema salute italiano, offrendo risposte concrete ed innovative per il welfare integrativo.

 

Per chiudere, quale futuro immagina per Praesidium?

È nostro impegno valorizzare un’esperienza di successo continuando a diffondere i vantaggi contemplati nel Ccnl, recentemente rinnovato e potenziato proprio nel welfare integrativo; ciò ci obbliga a migliorare la nostra offerta di soluzioni assicurative e ad ampliare il nostro campo d’azione con strategie di nuove partnership e nuovi incarichi da parte degli enti del sistema di rappresentanza della dirigenza industriale italiana Federmanager, con l’obiettivo di contribuire a sviluppare il proselitismo in termini reputazionali e di appartenenza.