Roma – L’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con Praesidium ha bandito l’edizione 2019 del Premio Tesi di Laurea “Welfare aziendale – Innovazione organizzativa per una nuova cultura flessibile del lavoro”.

Il Premio che l’Istituto organizza oramai da 5 anni insieme a Praesidium, è finalizzato a sensibilizzare il mondo universitario sulla necessità in ambito accademico di promuovere lo studio del welfare e di nuovi approcci organizzativi al lavoro per favorire una cultura attenta al benessere della Persona.

La commissione di valutazione costituita da Federico Mioni, Federmanager Academy, Silvia Profili, Università Europea di Roma, Tommaso Cozzi, Università di Bari, Micheal Ryan L.C, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e Anita Cadavid, Istituto di Studi Superiori sulla Donna ha premiato la tesi “Il welfare aziendale: un nuovo strumento per il benessere dei lavoratori? Analisi e studio dell’esperienza di welfare territoriale promossa dal Comune di Modena” di Maria Sapienza dell’Università degli Studi di Trento, per la solidità, la chiarezza espositiva, per i profili formali ben strutturati e soprattutto per la doppia innovatività in grado di saldare welfare aziendale con quello territoriale.

“Questo premio va a coronare i 5 anni di studio universitario – dichiara la vincitrice – che ho concluso questo settembre, e a riconoscere il lavoro di studio, analisi e ricerca che ho svolto con impegno e passione. All’interno del mio elaborato ho evidenziato il ruolo che il welfare aziendale in chiave territoriale può fungere oggi soprattutto per le PMI italiane, riportando il caso studio della “Rete Welfare Aziendale di Modena”, esempio di collaborazione sinergica tra settore privato e settore pubblico per favorire l’erogazione di servizi ai cittadini. Infatti, è proprio il Comune di Modena ad essere capofila di un progetto che mette in relazione attori molto diversi nell’ideazione e progettazione di un sistema integrato di welfare pubblico-privato.

La Rete presa in esame è la dimostrazione che, nonostante l’insufficienza e l’inadeguatezza dei servizi del welfare state, gli enti pubblici possono avere ancora un ruolo di protagonisti nella protezione dai rischi sociali e nel fornire risposte ai bisogni delle persone.

Si auspica e mi auspico che negli anni a venire il welfare aziendale continui a conoscere lo sviluppo che si sta riscontrando oggi e che le disomogeneità di sviluppo a livello dimensionale e territoriale che ancora sussistono tra le imprese vengano meno”.