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Praesidium, società del sistema Federmanager e broker di riferimento del Fondo sanitario integrativo Assidai, chiede al Governo di intervenire per migliorare il quadro normativo, adattandolo alle esigenze di oggi

Il welfare aziendale è un fattore sempre più strategico per la ripresa e la produttività delle imprese. Primo tassello del welfare rimane l’assistenza sanitaria, che è il servizio maggiormente apprezzato dai lavoratori.

Ma gli importi dei contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ai fondi aventi esclusivamente finalità assistenziale sono fermi ai 7 milioni di lire del 1999. Questo importo, pari a 3.615.20 euro, per le categorie professionali di livello medio-alto oggi non è più sufficiente, perché il Fondo primario assorbe quasi completamente la cifra di deducibilità stanziata per normativa. Per questo Praesidium, società del sistema Federmanager e broker di riferimento del Fondo sanitario integrativo Assidai, specializzata nello studio, nella progettazione e nella gestione dei programmi di welfare aziendali, chiede al Governo di intervenire per migliorare il quadro normativo, adattandolo alle esigenze di oggi. «Il nostro impegno è e sarà sempre quello di valorizzare e diffondere i vantaggi contemplati nel Ccnl, recentemente rinnovato e potenziato proprio nel welfare integrativo» dice il presidente di Praesidium Giacomo Gargano. «Sarà migliorata sempre più l’offerta di soluzioni assicurative, ampliando laddove possibile, il campo d’azione attraverso l’attuazione di nuove strategie di partnership insieme agli altri enti del sistema Federmanager».

E sulle richieste all’esecutivo il presidente aggiunge: «Nel nostro Paese non ci sono sufficienti posti letto nelle strutture sanitarie, la spesa privata è di 38 miliardi, e poco più del 10% di questa spesa viene rimborsata da polizze o da fondi, quindi 34 miliardi sono sostenuti direttamente dalle famiglie. Quello che chiediamo al governo è di garantire un livello di vita migliore, e questo può avvenire solo se il primo e il secondo pilastro iniziano a collaborare con il sostegno del mondo del lavoro e anche con adeguate norme a sostegno del welfare». Le buone notizie, per fortuna, non mancano: oltre il 68% delle Pmi risulta essere sopra il livello base di welfare, mentre negli ultimi 7 anni è raddoppiato il numero delle imprese che si posizionano su un livello molto alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. E non sono da meno le microimprese (da 6 a 9 addetti): raddoppiano quelle che presentano un elevato livello di welfare, passando dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022 (Rapporto Welfare Index Pmi 2022).

Inoltre, un primo importante passo fatto dal governo riguarda l’innalzamento della soglia dei fringe benefit a 3 mila euro per il 2022, utilizzabile anche per il pagamento delle utenze domestiche, inserito nel Decreto Aiuti-quater. Le prestazioni più richieste ai Fondi sanitari sono quelle odontoiatriche: secondo il report sull’attività dell’Anagrafe dei Fondi Sanitari, infatti, emerge che nel 2019 sono stati impegnati 633 milioni per le prestazioni odontoiatriche su circa 3 miliardi di euro. Ma a fronte di ciò, come visto, le soglie di deducibilità sono ferme al 1999, cioè allo scorso millennio. «La sanità integrativa dovrebbe offrire un supporto alla presenza del Ssn sul territorio, una maggiore capillarità e un deciso avanzamento tecnologico, con una particolare attenzione al progresso tecnologico, tra cui la telemedicina e non solo per estendere forme di copertura per prestazioni che oggi risultano esclusi dai Lea» afferma Valeria Bucci, direttore generale di Praesidium.

La contrattazione collettiva nazionale garantisce oggi a quasi tutte le categorie la presenza di un fondo sanitario. Le integrazioni a tutti i vari fondi presenti sul mercato possono colmare i gap presenti, consentendo di coprire anche il 100% della spesa e del bisogno di protezione. Le realtà oggi presenti sul mercato dell’assistenza sanitaria sono di vario tipo e varia natura giuridica: i fondi contrattuali che nascono per la volontà delle parti sociali, le casse di assistenza che solitamente sono organizzazioni non profit, le mutue, le compagnie di assicurazione che hanno la necessità di perseguire un profitto e i broker che accompagnano le aziende e le persone nell’analisi delle esigenze e nel reperimento delle migliori soluzioni. A fianco di queste realtà spesso ci sono i provider, realtà che consentono la gestione di un network sanitario e del processo liquidativo. Il mercato assicurativo offre soluzioni soddisfacenti per le polizze collettive. In questo panorama di offerta più ampia e diversificata la vera differenza non risiede più nella gestione del rischio finanziario, che rimane un fattore importante; ma specie per alcune realtà il vero valore viene riconosciuto nei servizi dove provider, fondi sanitari e broker aggiungono servizi. In passato la percezione più o meno positiva di un programma di assistenza sanitaria dipendeva esclusivamente dall’ammontare dei massimali a disposizione, dalle franchigie/scoperti, oltre che dalla presenza di garanzie con utilizzo più frequente come le cure dentarie. Oggi si guarda con maggior attenzione alla fruibilità delle prestazioni attraverso il network convenzionato, ai tempi di rimborso, alla gestione contemporanea di più fondi sanitari, all’assistenza di personale qualificato e a prestazioni accessorie quali la telemedicina.

Proprio per rispondere a questi nuovi bisogni Praesidium ha progettato, d’intesa con Assidai, Federmanager, Confindustria e Iws (Industria welfare e salute), un prodotto di Rimborso spese mediche che soddisfa al meglio queste esigenze. «Va osservato come il mercato assicurativo proponga un’offerta molto ampia, ma talvolta anche poco qualificata e poco specialistica, in particolare proprio per i dirigenti industriali per i quali le aziende hanno un obbligo previsto dal Ccnl, al quale il contratto assicurativo deve essere perfettamente aderente» osserva Bucci. «Il risultato finale, in certi casi, è una incongruità del contratto stesso, che porta le aziende a dover risarcire direttamente il danno sofferto dal dirigente ogni qualvolta le fattispecie tutelate dal Ccnl non trovino analoga copertura nella polizza». Il dg di Praesidium osserva che il welfare è cambiato in questi ultimi anni a seguito della pandemia e delle crisi internazionali, e si fonda oggi su tre importanti livelli: «Il tempo, con la valorizzazione di quello a disposizione dei dipendenti; il denaro, con forme di retribuzione alternative; e i servizi, in particolare quelli messi a disposizione dalle aziende a sostegno della genitorialità. Primo tassello del welfare però rimane per i dipendenti l’assistenza sanitaria, che comunque rimane il valore maggiormente apprezzato».

 

«Il welfare aziendale è una delle grandi opportunità di innovazione che il mondo del lavoro sta perimentando» afferma Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e Cida. «Autorevoli studi testimoniano come il tema del welfare sia ormai una priorità per la maggior parte dei lavoratori. E le imprese registrano indubbi vantaggi dalla crescita del benessere dei lavoratori, in termini di produttività, raggiungimento degli obiettivi condivisi di sostenibilità e appeal reputazionale». Di qui l’importanza dei prossimi mesi. «Crediamo che occorra ripartire dalle persone per un piano di sviluppo occupazionale che coinvolga istituzioni e rappresentanze dei settori pubblici e privati» conclude Cuzzilla. «Chiediamo quindi un pieno coinvolgimento nella discussione che il Governo avvierà, per definire un Decreto Lavoro incentrato sul welfare, con l’obiettivo ultimo di un miglioramento progressivo di quel work-life balance da tutti percepito come fondamentale, ancor più dopo questi anni di emergenza pandemica».

 

EconomyMagazine_by Riccardo Venturi